Eredità storica
Torre, Abrega Tar e Fratta sorgevano autonomamente, ognuno con la sua chiesa ed il campanile, la sua parrocchia: San Matrino, Sant’ Antonio e San Michele.
Crescita e mutamenti accompagnarono, attraverso i seoli questo ridente lembo di terra e oggi la situazione é alquanto diversa: Fratta s’é congiunta a Torre formandone il sobborgo.
D’altra parte Torre e Abrega s’ allargarono l’uno verso l’altro tanto che ora, risultano divisi appena dalla viabile costiera Pola Capodistria. Divizia d’argumenti, astuzia ed intelligenza sono stati certamente i punti fondamentali dei quali fecero largo uso gli avi dei Torresani ed Abregani al momento della fondazione dei paesini.
Torre, Abrega Tar e Fratta sorgevano autonomamente, ognuno con la sua chiesa ed il campanile, la sua parrocchia: San Matrino, Sant’ Antonio e San Michele. Crescita e mutamenti accompagnarono, attraverso i seoli questo ridente lembo di terra e oggi la situazione é alquanto diversa: Fratta s’é congiunta a Torre formandone il sobborgo.
Siamo in una zona fertilissima, sita su una collina a 112m dal livello del mare che scende dolcemente verso il mare a sudovest mentre a settentrione quasi cede repentinamente verso la foce del fiume Mirna (Quieto). ÉVabriga una vista da sogno che merita di venir ammirata, delimitata a nord da Cittanova ed a sud da Parenzo. Quando la bora spiazza la nubi, sull’orizzonte, come per incanto appaiono i variopinti rilievi delle Alpi italiane, mentre salendo sul campanile della chiesa parrocchiale si scorge piú sotto, chiaramente l’imponente costruzione del San Marco in Venezia. Sin dai tempi piú antichi i campi vengono coltivati a vegneto ed uliveto ma crescono rigogliosi sia il grano che le verdure, il fico ed il mandorlo. La terra e il mare erano le plurimillenarie fonti di vita e d’ attivitá delle genti di queste terre: se non salgono in sella al trattore, scendono a manovrare le barche, anche se oggi, adattandosi ai tempi, diventano un po’tutti operatori turistici.